Rifiuti - Economia Circolare: una chiamata per tutte le aziende produttrici di imballaggi

Tutti i materiali hanno un impatto ambientale, non esistono materiali sostenibili ma cicli di utilizzo sostenibili

produttori imballaggio

Il rincaro dei costi di materie prime preoccupa le imprese. Il tema del riuso delle materie prime e il sostegno a modello circolari di utilizzo nel packaging sono oggin di primaria importanza. La plastica riutilizzata senza immissione di rifiuti nell’ambiente è certamente una soluzione da valorizzare. Ma non bastano messaggi green (sempre più frequenti) in tv, riviste o siti web, slogan sulla sostenibilità, sulla neutralità climatica, sulla circolarità di beni e servizi. Se agli annunci però non seguono le azioni (greenwashing) il rischio è un danno reputazionale enorme.

Si discute dell’attuazione del PNRR che si dedica più alla gestione dei rifiuti che ai concetti circolari di riciclo, riutilizzo ed ecodesign.Le 4R dell’economia circolare (cioè: Riduzione, Riutilizzo, Riciclo e Recupero) però sono solo l’obiettivo primario per la riduzione dei rifiuti, indipendentemente dal materiale con i quali sono realizzati, perchè la vera sfida è cambiare e ripensare il modello di consumo.

Quando la sostenibilità sarà non solo etica ma anche “conveniente”?

I sistemi di Responsabilità del Produttore del rifiuto, previsti alla parte IV del DLgs. 152/06 (TU in materia ambientale) individuano ogni impresa quale primo attore nella catena di gestione del rifiuto (per corretta attribuzione del codice ERR di classificazione del rifiuto, deposito temporaneo, divieti di miscelazione, conferimento a raccoglitore autorizzato, recupero o smaltimento, FIR, Registri, ecc.) e i consumatori già pagano un costo ambientale per il recupero e riciclo dei rifiuti.

Se un produttore utilizza oggi un imballaggio economicamente più conveniente è perché non risponde direttamente del fine vita e quindi dei costi ambientali di quell’imballaggio. Con il DLgs. 116/2020 oltre ai riflessi sulla TARI, si è arrivati a portare a nuova consapevolezza al problema dello smaltimento degli imballaggi.

Tramontata l’offerta degli imballaggi usa e getta, è già partita la transizione verso nuovi modelli basati sul riuso dei contenitori e degli imballaggi. Le grandi marche hanno già sposato da tempo i concetti di nuovi modelli produttivi, in ossequio ai nuovi ambiziosi obiettivi sul clima e sulla sostenibilità complessiva da raggiungere entro i prossimi 5-10 anni. Questa transizione, riguarda sia gli imballaggi industriali (terziari) cioè quelli necessari per movimentare le merci in entrata e uscita dai centri produttivi e commerciali, sia gli imballaggi primari (cioè destinati al consumatore finale).

Progetti pilota per imballaggi riutilizzabili, anche realizzati in gruppi (cluster), startup e concorsi di progettazione ed eco-design sono all’ordine del giorno, segno che i modelli di riutilizzo sono uno strumento fondamentale nella lotta contro i rifiuti e vengono riconosciuti dalle aziende sempre più come una valida strategia economica oltre che di riduzione dei rifiuti.

Gli imballaggi riutilizzabili rappresentano la possibilità di mantenere a lungo i materiali nei cicli economici, sono occasione di nuove modalità di progettare, implementare e scalare i modelli di riuso con sviluppi tecnologici innovativi. Tutto questo è dovuto certamente alla pressione normativa ma anche alla domanda di alternative più ecocompatibili da parte dei consumatori. Questa convergenza sarà dunque destinata a durare a lungo.

Ad es. il settore Horeca (alberghiero ristorazione e catering) e i rivenditori di prodotti alimentari e non, sono già alla ricerca di sistemi di tazze e bicchieri riutilizzabili, con un giusto modello di pagamento e l’ottimizzazione dei protocolli di salute e sicurezza.

Su cosa devono allora concentrarsi le aziende produttrici per promuovere una transizione dal monouso ai sistemi riutilizzabili? Le parole d’ordine da tenere in considerazione sono:

  • Interazione semplice;
  • Fornire un’esperienza senza interruzioni per aziende e clienti;
  • Convenienza: sistemi di pagamento e addebiti per i contenitori non restituiti, sono elementi fondamentali per determinare il successo di modelli di riuso che devono essere economicamente sostenibili anche sul lungo termine. Le transazioni con i clienti (pay-per-use o con il modello abbonamento (subscription) nel quale le commissioni sostenute dalle aziende che utilizzano il servizio non devono essere sovradimensionate rispetto ai costi sostenuti, per non scoraggiare la partecipazione degli esercizi al sistema);
  • Sistemi di tracciamento: già applicati nello sharing di biciclette e monopattini o nella raccolta differenziata porta-a-porta con tariffa puntuale, le tecnologie che utilizzano l’Internet of Things e tecnologie come Rfid offrono un grande aiuto allo sviluppo dei sistemi riutilizzabili con i cd. “contenitori intelligenti” che contengono un chip leggibile da smartphone. Questi sistemi non permettono solamente il tracciamento del contenitore durante le varie fasi del ciclo d’uso, ma anche la raccolta di dati interessanti sotto il profilo ambientale (in termini di rifiuti ridotti ed emissioni di CO2 evitate) ed economico;
  • Sistemi di pagamento cashless/contactless, molto utilizzati durante la pandemia, ma è molto apprezzata anche la veloce restituzione del contenitore tramite una scansione che conferma in tempo reale l’avvenuta registrazione del reso, insieme all’eventuale restituzione della cauzione quando prevista;
  • Facilità di accesso e utilizzo;
  • Saper competere con la convenienza e l’onnipresenza delle alternative monouso curando in particolar modi le diverse fasi di commercializzazione del proprio prodotto;
  • Scelta e informazione del sistema di riutilizzo (“refill at home”, “refill on the go”, “return from home”, “return on the go”);
  • Ordinazione e riconsegna del contenitore, ai punti di vendita al dettaglio (maggiormente complessa) con ricorso a partner terzi specializzati in ritiro, trasporto e logistica inversa, capaci di garantire rigorosi protocolli di igiene e sicurezza, controlli di qualità, alti gradi di standard igienici (ISO e antimicrobici) e includere nelle fasi di somministrazione e consegna i protocolli di sicurezza inclusi quelli anti- COVID-19;
  • Velocità nel recupero, sanificazione e consegna del contenitore pulito;

I RIVENDITORI hanno invece la sfida di rivisitare e innovare I sistemi “su cauzione” che già si usavano una volta:

  • Mettere a disposizione contenitori riutilizzabili per i clienti utilizzabili con l’addebito di una cauzione restituibile quando si riporta il contenitore vuoto
  • Vincolare i rivenditori a servirsi di fornitori di servizi basati sulla fornitura e ritiro di contenitori riutilizzabili (product as a service);
  • Accettare l’impiego di contenitori riutilizzabili da parte dei clienti prevedendo un’apposita procedura per prevenire eventuali rischi sanitari in concertazione con le Asl;
  • Concertare con i rivenditori un costo da addebitare sullo scontrino uguale per tutta la città, per gli acquisti con imballaggio monouso e uno sconto per chi si serve di un contenitore riutilizzabile;

Le AMMINISTRAZIONI LOCALI possono anche loro contribuire alla diffusione dei sistemi di riuso ottenendo una risposta per i Comuni che tanto lamentano la necessità di ridurre i costi correlati alla gestione dei rifiuti urbani (TARI) e di quelli da asporto in particolare.

  • Possibilità per il Comune di emettere specifiche ordinanze che vietino il consumo di bevande e cibo da asporto all’interno di eventi o zone a rischio di dispersione di rifiuti nell’ambiente (es. parchi e aree gioco, piazze, piste ciclabili, ecc.) prevedendo al contempo l’accesso ad opzioni alternative ai servizi di ristorazione vincolati a bandi di circular procurement e favorendo l’insediamento di come punti di riconsegna o sanificazione dei contenitori.

Una sfida particolare è rappresentata dai materiali adatti a garantire la durata: plastica, carta, legno, vetro i più utilizzati. Il materiale e la tipologia di contenitore è un elemento chiave nella progettazione di un sistema di riuso e del suo impatto ambientale.

Tutti i materiali hanno un impatto ambientale, non esistono materiali sostenibili ma cicli di utilizzo sostenibili capaci di:

  • Offrire il maggior numero di utilizzi possibile;
  • La possibilità di essere rigenerato o ricondizionato;
  • La facilità di riciclo al termine della sua vita utile;
  • In’esperienza di consumo affidabile e piacevole per i clienti.

Infine, per promuovere i modelli di riuso è fondamentale mostrare il loro impatto netto positivo sull’ambiente: gli input energetici, gli indici di riutilizzo dei contenitori, le caratteristiche del sistema e del contenitore, la sostenibilità economica (per i locali e il partner logistico), la circolarità del sistema e la user desirability (cioè se è realmente allineato alle esigenze dei soggetti che l’utilizzeranno).
Avere un quadro di misurazione standardizzato aiuta ad allineare, valutare i progressi e fissare obiettivi ambientali più ambiziosi e raggiungibili. Certificare l’impronta ecologica delle imprese ora si può, perché dichiarare di essere green non vuol dire esserlo.

Supportiamo le imprese nella misurazione, nella valutazione, nella certificazione dei prodotti e processi per fornire messaggi corretti sull’impronta ambientale. Per ricevere maggiori informazioni