Italia in marcia verso il digitale. Va meglio, ma in Europa restiamo indietro
L’Italia e la trasformazione digitale: sfide ma anche opportunità. L'ultimo rapporto sull'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (Desi) della Commissione europea ha sottolineato l'importanza della trasformazione digitale per la crescita economica dell'Unione Europea, in particolare per il raggiungimento degli obiettivi del decennio digitale per il 2030. In questo contesto, l'Italia ha il compito di svolgere un ruolo cruciale come terza economia dell'Ue per dimensioni.
Sebbene l'Italia abbia compiuto dei progressi negli ultimi cinque anni, la sua posizione nell'indice Desi del 2022 è solo diciottesima su 27, con la Germania, la Francia e la Spagna a guidare la classifica. La Commissione Europea ha tuttavia evidenziato che l'Italia sta guadagnando terreno e ha la possibilità di accelerare la sua trasformazione digitale grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza, che offre un'importante iniezione di finanziamenti, con 48 miliardi di euro destinati alla transizione digitale.
Tuttavia, ci sono ancora alcune sfide che l'Italia deve superare per realizzare appieno il suo potenziale digitale. In particolare, l’indice Desi rivela che l'Italia ha ancora bisogno di migliorare sotto diversi aspetti:
- la diffusione delle competenze digitali;
- la digitalizzazione delle imprese;
- la digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Inoltre, il rapporto ha evidenziato che la diffusione di alcune tecnologie cruciali come il Big Data, l'IoT e l'IA è ancora limitata. Per far fronte a queste criticità, l'Italia deve concentrarsi sulla promozione di competenze digitali e sull'adozione di tecnologie avanzate in tutti i settori dell'economia, nonché sulla modernizzazione della pubblica amministrazione. Le piccole e medie imprese italiane hanno dimostrato un buon livello di intensità digitale, ma è importante che l'Italia si concentri sulla diffusione di tecnologie più avanzate e sulla creazione di un ambiente favorevole alla loro adozione.
L’Italia ha una robusta base industriale e di ricerca in settori chiave come l'Intelligenza Artificiale, il calcolo ad alte prestazioni e la quantistica. Questi sono punti di forza che il Paese potrebbe sfruttare per diventare un leader europeo nella trasformazione digitale. Ma attenzione: l'Italia deve fare di più per promuovere la digitalizzazione nella pubblica amministrazione. Attualmente, solo il 40% degli utenti italiani utilizza i servizi pubblici digitali, dato inferiore alla media dell'UE. Occorre quindi aumentare l'uso dei servizi pubblici digitali e garantirne una disponibilità online al 100% per consentire ai cittadini di usufruire appieno dei servizi digitali.
Digitalizzazione, oggi, fa spesso rima anche con sicurezza. Questo alla luce di un contesto nel quale, ad esempio, il volume di dati personali presenti nel dark web nel 2022 è triplicato rispetto all'anno precedente. Le informazioni più diffuse sono indirizzi e-mail, password, numeri di telefono e dati di carte di credito. L'Italia occupa il 14° posto nella classifica dei Paesi più esposti a scambi di dati di carte di credito. L'Osservatorio Cyber di Crif segnala che le aree geografiche più interessate dal fenomeno della diffusione di dati nel dark web sono il Nord e il Centro, mentre in proporzione sono gli abitanti del Sud e del Nord Est che ricevono più alert. La graduatoria delle e-mail più rilevate sul dark web mostra che il dominio .it è il sesto più colpito dal furto di password online. Il furto di dati per l'accesso ai social media registra un incremento del 125,8% a livello mondiale, mentre i furti di dati per l'accesso alle piattaforme di streaming hanno subito un calo annuale del 59,3%. Quali sono i primi accorgimenti adottare?
- Cestinare sempre e-mail e messaggi sospetti;
- non usare la medesima password per tutti i social network e per la posta elettronica;
- non comunicare mai telefonicamente, a presunti operatori di banca o di aziende non meglio specificate, i dati del conto corrente o della carta di credito;
- usare una carta prepagata per gli acquisti online;
- per le transizioni preferire il computer allo smartphone;
- cercare di evitare lo shopping online quando si è collegati a una rete wi-fi non protetta.
Accorgimenti che si inseriscono in un percorso di cultura digitale che deve riguardare certo le imprese, ma anche e forse soprattutto gli stessi cittadini. Perché - come ricorda la Commissione europea - «L’Italia è la terza economia dell’Unione europea per dimensioni, i progressi che essa compirà nei prossimi anni nella trasformazione digitale saranno cruciali per consentire all’Ue di conseguire gli obiettivi del decennio digitale per il 2030».