Fringe benefits 2024: le nuove regole nella bozza della Legge di Bilancio
L’articolo 6 della bozza della Legge di Bilancio prevede - limitatamente al periodo d’imposta 2024 - un’ulteriore deroga all’articolo 51, comma 3, del D.P.R. 917/1986 (Testo unico delle Imposte sui Redditi, c.d. TUIR). In particolare interviene sulla tassazione dei fringe benefits, ovvero i beni e servizi in natura erogati dal datore di lavoro al datore dipendente, innalzando la soglia di esenzione annua ordinariamente prevista di 258,23 euro.
Il testo della Bozza
In attesa del testo definitivo, che dovrà essere approvato dal Parlamento entro il prossimo 31 dicembre, la Bozza prevede le novità di seguito descritte, limitatamente al periodo d’imposta 2024.
La novità di maggior rilievo riguarda la generalità dei lavoratori dipendenti, ovvero i lavoratori subordinati e a questi assimilati, per i quali verrà innalzata la soglia di esenzione annua dei fringe benefits da 258,23 euro a 1.000 euro.
Invece, per i dipendenti con i figli a carico, compresi i figli nati fuori dal matrimonio riconosciuti e i figli adottivi o affidati che si trovano nelle condizioni previse dall’articolo 12, comma 2 del TUIR, il predetto limite di esenzione verrà ulteriormente innalzato da 1.000 euro a 2.000 euro.
A tal proposito, l’Agenzia delle Entrate, da ultimo con la circolare n. 23/E del 1° agosto 2023, ha chiarito che rientrano nella nozione di “fiscalmente a carico”, ai sensi dell’articolo 12, comma 2 del TUIR, i figli che abbiano un reddito non superiore a 2.840,51 euro (per il computo di tale limite si considera il reddito al lordo degli oneri deducibili). Per i figli di età non superiore a 24 anni tale limite di reddito è innalzato a 4.000 euro.
Inoltre, come già previsto per l’anno 2023, anche nel 2024, i lavoratori che avranno figli fiscalmente a carico, dovranno consegnare al datore di lavoro un’apposita dichiarazione, indicando il codice fiscale dei figli.
Un’ulteriore novità riguarda ulteriori beni e servizi che saranno esclusi dalla base imponibile, ovvero le somme erogate o rimborsate ai lavoratori dai datori di lavoro per:
- il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale;
- le spese per l’affitto della prima casa o gli interessi sul mutuo ipotecario relativo alla prima casa.
In conformità alla prassi in atto, i datori di lavoro saranno tenuti a conservare la documentazione in caso di verifiche e controlli da parte dell’amministrazione finanziaria. In particolare, il datore di lavoro dovrà sempre acquisire e conservare i giustificativi delle spese rimborsate, unitamente alla dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà resa dal lavoratore ai sensi del D.P.R. 445/2000 con la quale attesta il possesso della documentazione che comprova il pagamento delle utenze domestiche.
Le diverse misure a confronto sui fringe benefits
Alla luce di quanto sopra esposto, si evidenzia come nel corso degli ultimi due anni le soglie di esenzione dei fringe benefit abbiano subito diversi adeguamenti da parte del legislatore con misure sperimentali limitate a determinati periodi d’imposta. Auspicando una riforma strutturale sulla tassazione dei fringe benefits, la tabella riepilogativa sotto riportata illustra le principali novità in materia.
Periodo d’imposta | Dipendenti beneficiari | Limite di esenzione annua |
2020 | generalità | 3.000 euro |
2023 |
senza figli fiscalmente a carico: con figli fiscalmente a carico: |
258,23 euro 3.000 euro |
2024 (come da Bozza) |
senza figli fiscalmente a carico: con figli fiscalmente a carico: |
1.000 euro 2.000 euro |