La tecnologia vale di più se c'è la formazione
In un mondo aziendale in rapida trasformazione, il successo non dipende più esclusivamente dall’adozione di nuove tecnologie. La vera sfida risiede nella capacità di integrare questi strumenti con un approccio basato su formazione continua e inclusione. Senza un equilibrio tra questi elementi, le aziende rischiano di trovarsi con strumenti avanzati inutilizzati o mal utilizzati, generando sprechi e perdendo opportunità di crescita.
Negli ultimi anni, il concetto di skill gap è diventato un problema centrale per molte organizzazioni. Il divario tra le competenze richieste e quelle effettivamente possedute dai lavoratori è particolarmente evidente nel contesto delle tecnologie digitali e industriali. Un rapporto del World Economic Forum del 2023 prevede che entro il 2027, circa il 60% dei lavoratori dovrà aggiornare le proprie competenze per rimanere rilevante nel mercato.
Un esempio emblematico è il comparto manifatturiero, dove l’adozione di tecnologie di automazione avanzata è stata spesso ostacolata dalla mancanza di personale qualificato in grado di programmare, gestire e mantenere i macchinari. Analogamente, nel settore dei servizi, l’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale per l’assistenza clienti ha prodotto risultati inferiori alle aspettative quando i dipendenti non sono stati adeguatamente formati a sfruttarne le potenzialità.
Adeguarsi non è più un'opzione, ma piuttosto un imperativo. Le aziende devono adottare un approccio sistemico alla formazione, trattandola come un investimento strategico anziché come un costo. Il ritorno sull'investimento è tangibile: maggiore produttività, migliore soddisfazione dei dipendenti e una capacità superiore di attrarre e trattenere talenti.
Gli imprenditori hanno a disposizione strumenti come i fondi per la formazione continua, messi a disposizione sia a livello locale, nazionale che europeo. Questi fondi permettono di finanziare corsi di aggiornamento, programmi di riqualificazione e percorsi di specializzazione. Tuttavia, uno studio recente dimostra che molte Pmi non sfruttano appieno queste opportunità, spesso a causa di una scarsa conoscenza delle risorse disponibili o di una gestione aziendale poco orientata alla pianificazione.
Va ribadito: il vero divario del futuro non sarà tra chi possiede o meno la tecnologia, ma tra chi avrà le competenze per utilizzarla e chi ne rimarrà escluso. Acquistare macchinari o software avanzati senza investire nel capitale umano equivale a possedere una macchina sportiva senza saperla guidare.
La formazione deve essere orientata non solo alle competenze tecniche, ma anche a quelle trasversali, come la capacità di risolvere problemi, di collaborare in team interfunzionali e di adattarsi rapidamente al cambiamento. Per esempio, un dipendente formato sull’utilizzo di un CRM avanzato non solo gestirà meglio i dati dei clienti, ma sarà anche in grado di fornire analisi più approfondite per migliorare le strategie aziendali.
Un altro pilastro essenziale è l’inclusione. Promuovere diversità e inclusione in azienda non è solo un imperativo etico, ma anche un vantaggio competitivo. Studi dimostrano che i team diversificati prendono decisioni migliori e sono più innovativi. Includere persone con background differenti favorisce un ambiente dinamico, capace di affrontare le sfide con prospettive fresche e soluzioni creative.
Inoltre, è fondamentale garantire che nessuno rimanga escluso dall’accesso alla formazione, sia per ragioni di età che di genere. Ad esempio, molte aziende stanno introducendo programmi di formazione specifici per favorire il rientro delle donne nel mondo del lavoro dopo un periodo di pausa, o per aggiornare le competenze dei dipendenti senior.
Per affrontare la complessità del panorama aziendale moderno, le imprese devono sviluppare una visione integrata in cui tecnologia, formazione e inclusione siano parte di un unico ecosistema. Questo approccio non solo aumenta la competitività, ma contribuisce anche a creare ambienti di lavoro più soddisfacenti e sostenibili.
Nella pratica, un’azienda che voglia mantenere il proprio vantaggio competitivo dovrebbe quindi seguire alcuni passi fondamentali:
- Mappatura delle competenze: identificare le lacune nelle competenze rispetto agli obiettivi strategici.
- Accesso ai fondi formativi: sfruttare le risorse disponibili per finanziare programmi di formazione.
- Formazione personalizzata: sviluppare percorsi formativi mirati alle esigenze specifiche dei diversi ruoli aziendali.
- Monitoraggio e aggiornamento: valutare costantemente i risultati della formazione e adattare i programmi in base ai cambiamenti tecnologici e di mercato.
- Promozione dell’inclusione: garantire che tutti i dipendenti abbiano accesso alle stesse opportunità di crescita e sviluppo.
Oggi e in futuro, in sintesi, il successo delle aziende dipenderà non solo dalle risorse materiali che possiedono, ma soprattutto dalle competenze che sapranno sviluppare al loro interno. Puntare su un mix equilibrato di tecnologia, formazione e inclusione significa investire in un futuro sostenibile e prospero per l’impresa e per le persone che ne fanno parte.