Trattamento di Fine Mandato (TFM): deducibilità solo con atto scritto e data certa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 16354 del 17 giugno 2025) conferma un orientamento ormai consolidato: il Trattamento di Fine Mandato (TFM) degli amministratori può essere dedotto fiscalmente solo se previsto da un atto formale con data certa anteriore all’inizio del rapporto.

Le quote accantonate per il TFM sono deducibili secondo il principio di competenza solo se:

• esiste un atto scritto che prevede il TFM;
• tale atto ha data certa anteriore all’inizio del rapporto;
• l’atto specifica l’importo del trattamento.

In assenza di questi requisiti, si applica il principio di cassa, ovvero la deducibilità è ammessa solo nell’esercizio in cui il TFM viene effettivamente corrisposto, come previsto dall’art. 95, comma 5 del TUIR.

Secondo l’Agenzia delle Entrate, la data certa serve a prevenire accordi retroattivi tra amministratore e società, volti a riconoscere un TFM a posteriori per beneficiare di un’aliquota agevolata (interpello n. 901/2018).

• Art. 105, comma 4 TUIR → rinvia all’art. 17, comma 1, lett. c), che richiede l’atto con data certa.
• Cassazione: sentenze n. 1016/1993, n. 24848/2020, n. 25435/2022, n. 15966/2024, n. 19445/2023 → tutte confermano che senza atto con data certa non è ammessa la deduzione per competenza.

L’Agenzia delle Entrate riconosce come validi strumenti per attribuire data certa:

• delibera assembleare con atto notarile;
• autentica notarile su un documento;
• registrazione presso un pubblico ufficio;
• timbro postale (se apposto su documento originale);
• protocollazione o sistemi informatici che garantiscano l’immodificabilità del documento.

Per garantire la deducibilità del TFM per competenza:

• predisporre un atto scritto prima dell’inizio del mandato;
• assicurarsi che l’atto abbia data certa e quantifichi l’importo;
• in mancanza, la deduzione sarà ammessa solo per cassa, al momento del pagamento.