Decreto-legge 116/2025: nuove sanzioni in materia di rifiuti

Il Decreto-legge 8 agosto 2025, n. 116 introduce importanti novità sul fronte ambientale. L’obiettivo è contrastare i traffici illeciti di rifiuti, tutelare la salute pubblica e rendere più rapide le bonifiche nelle aree contaminate.
Oltre a modificare il Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006), il decreto interviene anche sul Codice Penale e sul D.Lgs. 231/2001, ampliando la responsabilità amministrativa delle imprese. La conversione in legge è attesa entro il 7 ottobre 2025.
Il Decreto-legge 116/2025 attende la conversione in legge entro 60 giorni e cioè entro il 7 ottobre 2025.
Ecco cosa cambia per le imprese.
- Rifiuti non pericolosi: sanzioni fino a 18.000 euro. I titolari e i responsabili rischiano arresto da 6 mesi a 2 anni o ammende fino a 27.000 euro. Se c’è pericolo per la salute, la pena può arrivare a 5 anni.
- Rifiuti pericolosi: reclusione da 1 a 5 anni (fino a 6 anni se c’è rischio per la salute o il reato avviene in siti contaminati). Per titolari e responsabili l’arresto può arrivare a 6 anni e 6 mesi.
Per la prima volta la norma distingue chiaramente tra rifiuti non pericolosi e pericolosi, graduando le pene in base alla gravità.
- Fino a 6 anni di reclusione per rifiuti non pericolosi.
- Fino a 7 anni per rifiuti pericolosi.
- Se si genera un incendio, le pene aumentano ulteriormente.
- Inasprite le sanzioni per la compilazione irregolare di registri e formulari.
- Nei casi gravi (rifiuti pericolosi) scatta anche la sanzione penale.
- Possibile sospensione dall’Albo Gestori Ambientali.
- Reclusione da 6 mesi a 3 anni per rifiuti non pericolosi, da 1 a 5 anni per rifiuti pericolosi.
- Fino a 7 anni se l’attività comporta gravi rischi per la vita o l’ambiente.
- Anche il deposito temporaneo irregolare può essere sanzionato come smaltimento illecito.
- Spedizioni illegali all’estero: reclusione da 1 a 5 anni (pena più alta per i rifiuti pericolosi).
- Sospensione della patente fino a 9 mesi per chi commette reati con veicoli a motore.
- Confisca obbligatoria del mezzo.
- I Comuni possono usare sistemi di videosorveglianza per accertare gli illeciti, senza contestazione immediata.
- Codice Penale: pene più severe quando la gestione illecita dei rifiuti comporta rischi concreti per salute e ambiente.
- D.Lgs. 231/2001: responsabilità amministrativa rafforzata. Le imprese rischiano sanzioni pecuniarie più alte e misure interdittive come sospensione delle attività, divieto di contratti con la PA, sospensione o revoca di autorizzazioni e licenze.
Le micro e piccole imprese sono spesso coinvolte nella gestione quotidiana dei rifiuti (formulari, registri, depositi temporanei). Con il DL 116/2025:
- gli errori formali diventano più rischiosi;
- le responsabilità penali e amministrative si estendono ai titolari e ai responsabili;
- la distinzione tra rifiuti pericolosi e non pericolosi porta a sanzioni graduate ma molto più pesanti.
È fondamentale prestare la massima attenzione a registri, formulari, depositi temporanei e modalità di smaltimento, evitando improvvisazioni e affidandosi solo a gestori autorizzati.