InnoVaUp costruisce l’innovazione digital-green per lo sviluppo sostenibile

Mappa delle imprese e gruppo di lavoro per la transazione delle imprese

 
green economy

Subire il futuro o cavalcarlo? Inseguire l’innovazione o anticiparla cercando di sfruttarne tutte le potenzialità per posizionarsi su un mercato sempre più veloce e selettivo? A due delle domande che fanno la differenza tra sviluppo e staticità, crescita e conservazione prova a dare una risposta InnoVaUp – Crescita Sostenibile, una implementazione del progetto di mappatura della maturità digitale delle imprese nato a fine 2019 dalla collaborazione tra Artser, Confartigianato Varese e Faberlab per spingere sull’acceleratore del rilancio di tutti i settori produttivi e di servizio del territorio.

«A inizio settembre abbiamo presentato il secondo Innovation Index di InnoVaUp, maturato dall’analisi di 150 imprese, riscontrando da un lato la difficoltà di tre imprese su cinque sul fronte digitalizzazione e, dall’altro, una crescente propensione a “innovare” per rimanere sul mercato, dirottando parte degli sforzi e delle risorse anche sul fronte green» fanno sapere i vertici di Confartigianato Varese, Artser e Faberlab.

Da questa rilevazione è cresciuta la consapevolezza di dover ampliare la portata dell’assestment, estendendola ai processi di crescita sostenibile intrapresi della aziende, attribuendo un’ambivalenza al concetto di innovazione, da declinarsi sia in chiave di digitalizzazione che di trasformazione green ed economia circolare: è questa la sintesi dell’impegno di un gruppo di lavoro costituito per imprimere al territorio quella svolta verde che chiedono il mercato, la finanza, i consumatori, l’Europa e lo stesso Piano di ripresa e resilienza siglato dal Governo.

Non c'è il piano B
Innovare sui due fronti del verde e del digitale è vitale: non c’è un piano B, non c’è alternativa, la direzione è segnata e chi non si adegua rischia di essere tagliato fuori dal mercato. Ecco perché Artser con Faberlab e Confartigianto ha scelto di concentrare risorse, impegno, studio, consulenze e sinergie sulle imprese e sul cammino senza ritorno sul quale è bene che si incamminino il prima possibile tutte le imprese, a cominciare da quelle di piccole e medie dimensioni: una mission sfidante per il Gruppo Confartigianato che rimanda ai dati dell’ultimo Osservatorio Mpi di Confartigianato Lombardia, secondo il quale tra le misure messe in campo dalla maggioranza delle imprese, Pmi incluse, per continuare a competere sia durante che oltre la pandemia, c’è l’accelerazione dei processi di trasformazione digitale.

Sale infatti di 10,6 punti, dal pre al post pandemia, la quota di Pmi lombarde che hanno realizzato o prevedono di realizzare investimenti su uno o più strumenti digitali e/o modelli di organizzazione e/o sviluppo di business: tale quota è passata dal 52,9% del periodo 2015-2019 al 63,5% del 2020. Cambia anche il grado di importanza riconosciuto alla presenza di ciascuno strumento digitale all'interno delle quattro mura aziendali. A livello provinciale nel 2020 quote più alte di imprese che hanno fatto investimenti in ambito digitale si rilevano per Milano (70,2%), Como (68,8%) e Varese (68,5%), che si piazza in terza posizione. Incrementi maggiori rispetto al periodo 2015-2019 si osservano per Como (+18,1 p.), Varese (+15,4 p.) – che in questo caso agguanta il secondo posto - e Lecco (+14,2 p.).

Esaminando la dinamica dei piani d’investimento delle Pmi per la trasformazione digitale si osserva una crescita più rilevante, dal pre al post pandemia, di investimenti in aspetti tecnologici, quali Internet ad alta velocita, cloud, big data analytics (+7,5 punti), sicurezza informatica (+6,5 p.) e realtà aumentata e virtuale a supporto dei processi produttivi (+5,1 p.); in aspetti legati al modello organizzativo dell’azienda, come l’adozione di nuove regole per sicurezza sanitaria per i lavoratori, l’uso di nuovi presidi, risk management (+21,0 p.), strumenti di lavoro agile (+15,4 p.) e una rete digitale integrata con reti esterne di clienti business (B to B) (+8,7 p.); e in aspetti legati allo sviluppo di nuovi modelli di business, quali digital marketing (utilizzo di canali/strumenti digitali per la promozione e vendita dei prodotti/servizi) (+15,7 p.) e analisi dei comportamenti e dei bisogni dei clienti per garantire la personalizzazione del prodotto o servizio offerto (+10,5 p.).

Bene anche il fronte green: la rivoluzione verde non ha subito arresti a casa della pandemia; al contrario è diventata un pilastro della ripresa economica in Lombardia, come in Italia e in Europa. Tutti i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza dei Paesi Membri dovranno concentrarsi sia sulle riforme, sia sugli investimenti a sostegno della transizione verde, rivoluzionando i modelli industriali tradizionali, investendo in tecnologie innovative, attivando infrastrutture più sostenibili e digitali, agendo per la promozione di modelli di consumo sostenibili. In questa prospettiva, per cogliere le opportunità della green economy sarà indispensabile saper valutare in anticipo quali competenze professionali saranno necessarie per accompagnare e accelerare il processo di transizione.

Alla ricerca di professioni green 

Per tale motivo, anche in provincia di Varese si fa sempre più intensa da parte delle imprese, anche le più piccole, la ricerca di profili professionali dotati di competenze green. Si osserva inoltre una correlazione inversa tra la dimensione d’impresa e queste competenze: a imprese più piccole corrispondono quote più elevate di unità produttive che ricercano profili dotati di competenze legate alla sostenibilità ambientale (40,6%): valore sopra di ben 10 punti rispetto alla quota corrispondente alle imprese più strutturate con oltre 50 dipendenti (30,6%). L’analisi dei dati di lungo periodo dà invece evidenza di come nel tempo l’interesse delle Pmi verso queste competenze si sia alzata crescendo di 4,6 punti rispetto a tre anni fa (2017) e di 1,2 punti rispetto all’anno precedente (2019).

«La sostenibilità non è una moda, è l’essenza stessa di un nuovo modo di fare impresa con il quale è necessario confrontarsi e noi faremo di tutto per affiancare e accompagnare le imprese nel più breve tempo possibile». Anche per questo la mappatura di InnoVaUp – Crescita Sostenibile si amplierà a oltre duecento aziende nei prossimi mesi. «Non sarà solo una mappatura, ma offriremo un riscontro operativo alle imprese coinvolte e cercheremo di costruire delle comunità nell’ambito delle quali le imprese possano condividere esperienze, innovazioni, criticità e spinte al cambiamento». E ci si prepara a rendere Artser una sorta di piattaforma digital-green, alla quale gli imprenditori possano fare riferimento.

«I fondi del Pnrr sono una risorsa che dobbiamo cogliere e per farlo occorrono progetti di sistema: in questa direzione occorre operare predisponendo il terreno e creando prima di tutto consapevolezza e, secondariamente, le competenze necessarie per virare le aziende sul cambiamento».

Il futuro è adesso e serve una struttura, un punto di riferimento, in grado di plasmarlo. 

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