Transizione 5.0: più benessere e produttività con la collaborazione uomo-macchine

L’analisi del provvedimento con Marco Taisch (Made)

 
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Una misura, Transizione 5.0, varata dal Governo «in totale continuità con quella riferita al 4.0, in quanto sono ancora disponibili e sostanzialmente immutati gli schemi di finanziamento in vigore in precedenza». Così Marco Taisch, presidente del MADE, il Competence Center Industria 4.0 del Politecnico di Milano, introducendo il tema legato alla strada imboccata nel nostro Paese verso Industria 5.0.

Di cosa si tratta 

Industria 5.0 rappresenta un'evoluzione significativa dell'era precedente, incentrata sull'automazione, e introduce il concetto di collaborazione tra uomini e macchine per migliorare la produttività e il benessere umano. Recentemente il Governo ha lanciato la misura Transizione 5.0, introducendo nuove possibilità di agevolazioni fiscali. In particolare, gli investimenti che permettono di ridurre i consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva o del 5% per i processi produttivi possono beneficiare di un credito di imposta aumentato. «In sostanza – afferma Taisch - se l’azienda, usando tecnologie digitali, ottiene un beneficio di carattere ambientale con una riduzione dei consumi energetici c’è un’aliquota più alta, una sorta di acceleratore sul credito fiscale che l’azienda è in grado di ottenere. Qui c’è una dimensione politica, cioè quella di dire al sistema industriale del Paese che è importante non solo la digitalizzazione ma investire in tecnologie che rendano le imprese più sostenibili. Da questo punto di vista ben venga tale norma, ben venga il fatto che sono stati rimossi alcuni vincoli sulle dimensioni dei progetti».

Accessibilità per le Pmi nell'industria 5.0

«Un altro elemento importante è che non è una norma, come purtroppo si legge troppo spesso, per le grandi imprese ma è per tutti: non c’è un vincolo di investimento minimo, quindi anche somme limitate possono rientrare in questa misura» precisa l’esperto. La visione dell'Industria 5.0 non infatti è riservata solo alle grandi imprese; è essenziale che anche le Pmi possano accedere a queste innovazioni per evitare un divario tecnologico.

Punti chiave per l'accesso delle Pmi

  1. Semplificazione degli aiuti finanziari: facilitazione dell'accesso a finanziamenti e incentivi, specialmente quelli che supportano la sostenibilità energetica.
  2. Formazione e supporto: programmi formativi mirati a elevare le competenze tecniche necessarie per la transizione digitale ed energetica.
  3. Accesso alla ricerca e sviluppo: incoraggiamento alla partecipazione delle Pmi in progetti di innovazione attraverso fondi specifici.
  4. Rete di collaborazione: promozione di network tra università, centri di ricerca e imprese.
Uno sguardo alle agevolazioni

Transizione 5.0 non solo segue le orme del piano precedente ma espande le opportunità di credito d'imposta per gli anni 2024 e 2025, aggiungendo specifici incentivi per investimenti che rispettano criteri di riduzione dei consumi energetici. Tra gli investimenti agevolabili:

  • Fotovoltaico e altri beni materiali: investimenti in beni materiali nuovi, come impianti fotovoltaici che rispettano elevati standard di efficienza e sono destinati all'autoconsumo.
  • Software e sistemi di monitoraggio: piattaforme che permettono il monitoraggio dei consumi energetici e promuovono l'efficienza energetica attraverso l'analisi di dati, compresi quelli da sensoristica IoT.
  • Formazione del personale: spese per la formazione del personale su tecnologie pertinenti alla transizione digitale ed energetica, fino a un massimo del 10% degli investimenti, con un limite di 300 mila euro.
Aspetti normativi e ambientali

Il Piano Transizione 5.0 si attiene al principio DNSH (Do No Significant Harm) della Commissione Europea, escludendo gli investimenti che potrebbero causare danni ambientali significativi, come quelli legati ai combustibili fossili o alle emissioni di gas serra. Industria 5.0 è quindi una realtà imminente che necessita di una partecipazione attiva da parte di tutte le imprese. Con il prossimo rilascio del decreto attuativo, le imprese sono incoraggiate a non attendere ma a iniziare subito la pianificazione e il dimensionamento dei loro investimenti futuri. Questo approccio proattivo assicurerà che tutte le imprese, grandi e piccole, possano beneficiare delle nuove tecnologie, promuovendo una crescita economica equilibrata e un miglioramento della qualità della vita e dell'ambiente.

Importante agire subito

«Siamo in attesa del decreto attuativo - conferma in conclusione Taisch - ma il mio invito alle imprese è quello di cominciare a pensare agli interventi che devono essere fatti. Pensare un investimento, capirlo, dimensionarlo e studiarlo richiede tempo, non aspetterei il decreto attuativo per iniziare queste riflessioni».


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