Un selfie alla sostenibilità: il made in Italy è diventato green
L’innovazione al servizio della transizione sostenibile nelle imprese, con le Pmi chiamate a sfruttare al meglio le opportunità messe a disposizione dalle tecnologie ma anche a intercettare mercati nuovi e produttivi. E il nostro Paese, sul fronte della specializzazione e delle nicchie di mercato ha molto da dire, come conferma l’analisi “L’Italia in 10 selfie” della Fondazione Symbola.
Sostenibilità, che si fonda essa stessa sull’innovazione, con l’Italia che si conferma nel 2021 leader europeo nell’economia circolare, con un tasso di riciclo, sul totale dei rifiuti speciali e urbani, del 79,4% contro il 69,1% della Germania e il 66,2% della Francia. «Un risultato – si legge nel documento - che determina una riduzione annuale delle emissioni pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate equivalenti di CO2».
È così che l’industria manifatturiera, attraverso le materie seconde che provengono dal recupero nazionale e a quelle di importazione, tocca un tasso di circolarità di circa il 50%. Tutto ciò va a braccetto con l’elevato indice di efficienza nell’impiego delle risorse: l’Italia, con un punteggio di 268 su 300, è prima a livello continentale, sul podio sempre Germania e Francia. La media dell’Unione Europea è di 147. Gli investimenti green, nel Bel Paese, stanno funzionando: si pensi che un terzo delle imprese manifatturiere italiane nell’ultimo lustro ha effettuato eco investimenti.
Un processo virtuoso che ha portato risultati, in quanto queste stesse attività hanno mediamente fatturato di più e generato maggiore occupazione. Inoltre l’Italia tra il 2008 e il 2019 ha tagliato di oltre il 44% l’uso di materie prime a parità di produzione, contro una media Ue del -33%.
Ma innovazione può anche voler dire valorizzazione della cultura e delle eccellenze: l’Italia resta il primo Paese al mondo per numero di siti Unesco, 58, davanti a Cina (56) e Germania (51), ma anche la prima nazione europea per numero di imprese attive nel design e la terza al mondo per quanto concerne il livello di specializzazione nelle tecnologie dello spazio dopo Russia e Francia. In questo caso - precisa la Fondazione Symbola - si fa riferimento alla «quota di brevetti legati ai settori spaziali rispetto alla quota di brevetti totali». Siamo anche il quarto Paese al mondo per valore dell’export di veicoli spaziali, satelliti compresi, con una quota di 130 milioni di dollari nel 2019 e 177 milioni nel 2021.
A proposito di eccellenze, l’agroalimentare nostrano con ben 842 denominazioni (581 Dop, 257 Igp, 4 Stg) resta primo in Europa.
La sostenibilità, anche qui, può fare la differenza: «Tra il 2011 e il 2019 l’agricoltura italiana ha registrato un -32% sull’uso dei prodotti fitosanitari, confermandosi la più sostenibile d’Europa».
Se a livello di meccanica l’Italia è seconda in Europa - dietro alla sola Germania - e quarta al mondo - alle spalle di Cina e Giappone - per export di macchine utensili per la lavorazione dei metalli con quasi 3 miliardi di euro nel 2021, da notare che tra il 2016 e il 2020 sono state più di 15mila le imprese del settore meccanica-trasporti che hanno fatto investimento green, oltre il 40% del comparto. Si parlava di nicchie, tali fino a un certo punto: l’Italia è il primo Paese a livello mondiale per valore dell’export di piastrelle (5,24 miliardi, segue la Cina con 3,47), in un settore nel quale «grazie allo sviluppo tecnologico i cicli produttivi riutilizzano complessivamente il 100% delle acque reflue e degli scarti di produzione».
Specializzazione e innovazione, ancora una volta, al servizio della sostenibilità. Accade anche nel comparto legno-arredo: l’Italia risulta quinta a livello mondiale con un valore che supera i 7 miliardi di dollari nel 2020, ma è soprattutto prima in Europa con 605 certificazioni di Catena di Custodia FSC, e il 93% dei pannelli truciolati italiani nascono con legno riciclato. Infine, un’ulteriore eccellenza: il nostro Paese è il secondo al mondo per valore dell’export nel settore degli occhiali. Una nicchia? Forse, ma parliamo comunque di un export che vale 3,93 miliardi di euro e una produzione cresciuta nel 2021 del 4,5% rispetto al 2019. Un settore con 848 imprese e più di 18mila addetti. La qualità è un valore che non passa mai di moda.