DVR 2025: uno strumento di efficienza per la microimpresa

Nelle micro e piccole imprese il Documento di Valutazione dei Rischi viene spesso percepito come un adempimento necessario più che come un supporto alla gestione quotidiana. Con il nuovo Accordo Stato-Regioni 2025, però, la valutazione dei rischi assume un ruolo più centrale: diventa la base su cui costruire la formazione, pianificare le misure preventive e verificare l’efficacia delle azioni adottate.
Per imprese con pochi addetti, dove il titolare svolge sia funzioni operative sia gestionali, il DVR può diventare uno strumento di efficienza. Errori ricorrenti, procedure non chiare, utilizzo scorretto di attrezzature o micro-infortuni non registrati generano infatti costi indiretti che incidono su produttività e continuità. Un DVR aggiornato e aderente alla realtà permette di individuarli e intervenire in modo proporzionato.
La valutazione dei rischi è un obbligo previsto dall’articolo 17 del D.Lgs. 81/2008, non delegabile dal datore di lavoro. Il DVR deve documentare in modo strutturato i pericoli presenti nelle attività, stimare la gravità e probabilità dei rischi e individuare le misure di prevenzione e protezione.
Secondo l’articolo 28, il documento deve descrivere le lavorazioni, le attrezzature, le mansioni, i criteri utilizzati per la valutazione, i gruppi omogenei, le procedure operative, i dispositivi di protezione e il programma degli interventi da sviluppare. Nelle microimprese non è richiesta complessità formale: è essenziale che il documento sia chiaro, aggiornato e coerente con le attività effettive.
Il DVR non ha una scadenza fissa. Deve essere aggiornato ogni volta che cambiano i rischi, in seguito all’introduzione di nuove attrezzature, alla modifica di processi e mansioni, all’ingresso di nuovi lavoratori o alla rilevazione di incidenti e quasi incidenti.
Il nuovo Accordo Stato-Regioni rafforza questa logica: poiché la formazione deve derivare dai rischi individuati nel DVR, è necessario che la valutazione sia sempre attuale. Solo un documento aggiornato permette di pianificare percorsi formativi pertinenti e di verificarne l’efficacia.
In una microimpresa, anche un infortunio lieve ha conseguenze immediate sull’organizzazione. Un’assenza imprevista comporta rallentamenti, redistribuzione dei compiti e perdita di produttività. A ciò si sommano costi indiretti come tempi di fermo, riorganizzazione delle attività e riduzione della qualità del lavoro.
Un DVR specifico, non standardizzato, permette di individuare i punti critici delle attività quotidiane. La mappatura delle lavorazioni, l’analisi delle modalità operative e la descrizione accurata delle mansioni aiutano a evidenziare inefficienze, sovraccarichi e comportamenti non allineati. Il documento diventa così un supporto decisionale che consente di prevedere e prevenire, migliorando la continuità operativa.
Il nuovo Accordo introduce un cambio di prospettiva rilevante: la formazione non può essere generica, ma deve derivare dal DVR. Il datore di lavoro deve garantire coerenza tra rischi individuati, mansioni svolte e contenuti formativi. Per la microimpresa significa evitare corsi standard non pertinenti e costruire invece percorsi mirati che migliorano davvero i comportamenti sul lavoro.
L’Accordo richiede inoltre la verifica dell’efficacia formativa, attraverso osservazioni sul campo. Le evidenze raccolte devono poi essere integrate nel processo di valutazione e, se necessario, portare all’aggiornamento del DVR. Questo crea un ciclo virtuoso: valutazione - formazione - verifica - aggiornamento.
Rendere il DVR uno strumento operativo significa adottare un metodo semplice ma rigoroso. È utile partire da una descrizione precisa delle attività e delle mansioni, individuare le priorità e definire poche misure ad alto impatto. Le procedure devono essere chiare, facilmente applicabili e supportate da una formazione coerente.
Nelle imprese con pochi addetti la snellezza del contesto è un vantaggio: l’imprenditore può osservare direttamente comportamenti e criticità, aggiornare il DVR quando necessario e verificare rapidamente l’efficacia dei correttivi introdotti.
Il rischio principale è considerare il DVR un documento statico. Se non viene aggiornato quando cambiano attività, attrezzature o ruoli, perde la sua funzione preventiva. Modelli generici o “copiati” non riflettono la realtà e non consentono di pianificare formazione e misure adeguate. Anche la formazione gestita come requisito formale, senza collegamento ai rischi, limita la capacità dell’impresa di ridurre incidenti e inefficienze.
Il nuovo quadro normativo valorizza il DVR come strumento centrale nella gestione della sicurezza. Per le microimprese, un documento attuale e ben costruito permette di ridurre costi indiretti, prevenire infortuni, migliorare l’organizzazione interna e programmare una formazione realmente utile.
Rendere il DVR un elemento vivo della gestione aziendale significa osservare, aggiornare, formare e verificare. È un processo sostenibile anche per realtà molto piccole e rappresenta un investimento concreto sulla continuità operativa e sulla tutela delle persone.