Rischio chimico da diisocianati: salute, obblighi formativi e settori più esposti

I diisocianati sono composti chimici largamente utilizzati nei processi industriali, in particolare nella produzione di schiume poliuretaniche, adesivi, vernici e sigillanti. La loro diffusione in diversi comparti produttivi – dall’edilizia all’automotive, dalla pelletteria al settore chimico e plastico – rende questo gruppo di sostanze tra i principali rischi chimici da monitorare nei luoghi di lavoro.
Negli ultimi anni, l’attenzione normativa e sanitaria verso i diisocianati è cresciuta sensibilmente, in ragione della loro riconosciuta capacità sensibilizzante: sono infatti una delle prime cause di asma occupazionale in Europa.
Per questo, il Regolamento (UE) 2020/1149, in vigore dal 24 agosto 2023, ha introdotto un obbligo formativo specifico per tutti i lavoratori che manipolano o utilizzano prodotti contenenti diisocianati in concentrazione superiore allo 0,1% in peso.
I diisocianati sono sostanze reattive utilizzate come base per la produzione dei poliuretani. I più diffusi sono:
- TDI (toluene diisocianato)
- MDI (metilendifenil diisocianato)
- HDI (esametilendiisocianato)
Si trovano in una vasta gamma di prodotti d’uso industriale e artigianale:
- schiume per isolamento termico o acustico, materassi, imbottiture;
- vernici e rivestimenti per metalli, legno o componenti automobilistici;
- adesivi, colle, sigillanti impiegati nella carpenteria e nella pelletteria;
- resine bicomponenti e isolanti per edilizia e impermeabilizzazioni.
In Europa si stima che oltre 4 milioni di lavoratori siano potenzialmente esposti a diisocianati durante le fasi di applicazione, spruzzatura, incollaggio o manutenzione di materiali contenenti queste sostanze.
Le attività che comportano un’esposizione più frequente e significativa si concentrano in alcuni comparti chiave del sistema produttivo:
Edilizia e impiantistica
Utilizzo di schiume, isolanti, colle, sigillanti e vernici. Coinvolge professionisti di cappottistica, serramentistica, carpenteria e imbiancatura.
Si stima che l’80-90% delle aziende del settore utilizzi prodotti con diisocianati, con fino al 50% dei lavoratori esposti.
Automotive e carrozzeria
Applicazioni in verniciatura, car wrapping, componentistica, guarnizioni, insonorizzazione e tappezzeria.
Il 90% delle aziende del comparto impiega prodotti contenenti diisocianati, con circa il 10% dei lavoratori esposti.
Pelletteria e calzaturiero
Utilizzati in impermeabilizzazione, colorazione, sigillatura e incollaggio di materiali.
Quasi il 95% delle aziende del settore usa prodotti con diisocianati, con oltre il 50% dei lavoratori potenzialmente esposti.
Manutenzione e riparazione
Attività su veicoli, macchinari, mobili o impianti che prevedono verniciatura, incollaggio, impermeabilizzazione e sigillatura.
Percentuali di utilizzo comprese tra il 30% e il 95%, con esposizioni anche significative in assenza di adeguati dispositivi di protezione.
Settore chimico, plastico, tessile ed elettronico
Produzione di prodotti a base poliuretanica, fibre sintetiche, inchiostri, materie plastiche e componenti elettronici.
L’esposizione ai diisocianati può provocare effetti acuti, cronici e sensibilizzanti.
Tra i principali disturbi segnalati:
- Irritazioni delle vie respiratorie (tosse, dispnea, broncospasmo, edema polmonare);
- Asma da isocianati, una patologia infiammatoria cronica e tabellata come malattia professionale in Italia (DM 10/10/2023);
- Dermatiti da contatto e alveolite allergica estrinseca (pneumopatia professionale);
- Riduzione della funzionalità respiratoria e iperreattività bronchiale.
Il D.Lgs. 81/08 prevede la sorveglianza sanitaria obbligatoria per i lavoratori esposti a agenti chimici pericolosi, inclusi i diisocianati.
Il medico competente deve eseguire visite preventive e periodiche, con particolare attenzione ai segni precoci di sensibilizzazione respiratoria e cutanea.
Il Regolamento (UE) 2020/1149, che modifica l’Allegato XVII del REACH, stabilisce che dal 24 agosto 2023 i diisocianati possono essere utilizzati solo da lavoratori che abbiano ricevuto una formazione adeguata sui rischi e sulle misure di prevenzione.
L’etichetta dei prodotti contenenti tali sostanze deve riportare la dicitura:
“A partire dal 24 agosto 2023, l’uso industriale o professionale è consentito solo dopo aver ricevuto una formazione adeguata”.
La formazione deve essere specifica in base al tipo di utilizzo (livello base, intermedio o avanzato), essere rinnovata ogni 5 anni e coprire temi come le proprietà chimiche dei diisocianati, gli effetti sulla salute, le modalità di manipolazione sicura, la scelta e l’uso corretto dei DPI.
Nel 2024, inoltre, la Direttiva (UE) 2024/869 ha introdotto nuovi valori limite di esposizione professionale vincolanti, che entreranno pienamente in vigore dal 1° gennaio 2029, riducendo ulteriormente le soglie ammissibili in aria.
La prevenzione del rischio diisocianati si fonda su un approccio integrato, che combina valutazione del rischio, formazione, misure tecniche e sorveglianza sanitaria.
Le principali azioni raccomandate includono:
- utilizzo di sistemi chiusi e aspirazione localizzata;
- scelta di prodotti a bassa emissione o a ridotto contenuto di diisocianati;
- uso di DPI idonei (maschere con filtri A/P3, guanti resistenti, indumenti protettivi);
- procedure operative standardizzate per miscelazione, applicazione e pulizia;
- corretta etichettatura e conservazione dei prodotti chimici.
Per le PMI e le imprese artigiane, la formazione del personale rappresenta il primo passo per gestire correttamente il rischio, evitare sanzioni e garantire ambienti di lavoro sicuri.