Infortuni e malattie professionali nel manifatturiero: i dati INAIL

Il manifatturiero italiano è un pilastro dell’economia nazionale: rappresenta circa un quinto degli occupati e un terzo del valore produttivo complessivo. Ma a fronte di questa rilevanza economica, il settore si conferma anche uno dei più esposti al rischio infortunistico. A testimoniarlo sono i dati aggiornati dall’INAIL, che fotografano l’andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali nel 2023.
Nel periodo gennaio-ottobre 2023, le denunce di infortunio nel comparto manifatturiero sono state 93.346, un dato sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente ma in calo del 8,7% rispetto al 2019. Il settore ha assorbito il 20% del totale degli infortuni registrati nella gestione Industria e Servizi, tornando ai livelli pre-Covid e confermandosi in testa per numero di denunce.
Le attività più colpite si concentrano nella:
- Fabbricazione di prodotti in metallo (21% degli infortuni e dei decessi);
- Fabbricazione di macchinari (14,2% delle denunce totali, 10% dei decessi);
- Industria alimentare (11,7% degli infortuni, 16% dei decessi).
Sempre secondo INAIL, i casi mortali nel 2023 sono stati 178, in calo del 6,8% rispetto al 2022 e del 25% rispetto al 2019. Il settore resta però in seconda posizione per numero assoluto di decessi, dopo le Costruzioni.
L’83% circa degli infortuni è avvenuto durante l’attività lavorativa, mentre il restante 17% nel tragitto casa-lavoro. Le donne risultano più esposte agli infortuni in itinere (30% dei casi femminili, contro il 15% per gli uomini), con un’incidenza che sale al 38,5% nei casi mortali.
Nel comparto alimentare le lavoratrici sono particolarmente coinvolte (28% degli infortuni femminili), soprattutto in settori come panificazione e lavorazione delle carni. Gli uomini invece registrano più infortuni nella fabbricazione di metalli (24%) e di macchinari (16%).
La fascia tra i 45 e i 59 anni concentra oltre il 40% degli infortuni, seguita da quella 30-44 (30,8%) e dagli under 29 (22,7%). In crescita gli over 60, che rappresentano il 6,2% degli infortunati, in aumento del 9,2% rispetto al 2022.
Anche per i decessi sul lavoro, la fascia d’età più colpita è quella 50-64 anni, con 66 morti registrate.
Le mani sono la parte del corpo più esposta a lesioni (41% dei casi), seguite da caviglie e piedi (12%). Ferite, contusioni e lussazioni costituiscono il 74% delle tipologie di lesione. In ambito metalmeccanico, frequenti anche i traumi agli occhi, spesso colpiti da corpi estranei.
Secondo gli indicatori INAIL, il tasso medio nazionale di infortuni permanenti nel manifatturiero (2020-2022) è pari a 1,01 casi ogni mille addetti, in calo del 13% rispetto al triennio 2017-2019.
Le regioni con maggiore incidenza sono Calabria (2,53) Basilicata (2,36), Sardegna (2,01).
All’opposto, Piemonte (0,68) e Lombardia (0,81) registrano i valori più bassi, nonostante l’alto numero assoluto di casi. Anche per l’indice di gravità (giornate lavorative perse), le regioni del Sud presentano livelli ben superiori alla media nazionale (0,72), con picchi in Calabria (1,79) e Basilicata (1,66).
Il numero di denunce di malattie professionali nel 2023 ha raggiunto quota 12.724, segnando un incremento di circa il 30% rispetto al 2020 e superando i livelli pre-pandemia.
La distribuzione territoriale mostra un primato del Centro Italia (4.838 denunce, +13,2% rispetto al 2022), seguito da Nord-Est, Sud, Nord-Ovest e Isole. La stragrande maggioranza delle denunce riguarda uomini, con incidenze maschili superiori al 95% nelle Isole e all’86% nel Sud.
Le patologie più diffuse:
- Disturbi muscolo-scheletrici (legate a posture forzate e sforzi ripetitivi);
- Malattie del sistema nervoso;
- Patologie dell’orecchio.
Il bando ISI 2023 dell’INAIL ha confermato l’interesse del manifatturiero per gli investimenti in sicurezza. Sono stati presentati quasi 2.200 progetti da imprese del settore, in gran parte micro e piccole aziende (87%).
Gli interventi più frequenti:
- Sostituzione di macchinari obsoleti (quasi il 50%);
- Bonifica dell’amianto (circa un terzo);
- Riduzione del rischio da movimentazione manuale (5,5%);
- Rischio chimico (8,5%);
- Adozione di sistemi di gestione salute e sicurezza (6,4%).
I settori più attivi sono stati quello metalmeccanico (28,4%), della lavorazione di pietre ornamentali (23,3%) e della fabbricazione di mobili (15,7%). Le attrezzature più richieste: centri CNC per metalli e legno, frese e macchine tagliablocchi per il lapideo.
Il comparto manifatturiero resta un asset centrale dell’economia italiana, ma anche uno degli ambiti più sensibili in termini di salute e sicurezza sul lavoro. L’analisi dei dati INAIL evidenzia segnali positivi, come la riduzione dei decessi e l’adozione crescente di misure preventive. Tuttavia, l’alta incidenza di infortuni e malattie professionali impone alle imprese una costante attenzione, investimenti mirati e una cultura della prevenzione che coinvolga tutti i livelli aziendali.