Aziende spaccate tra digitalizzazione e scetticismo. Per innovare serve una svolta culturale

PMI e digitalizzazione: a che punto siamo? Stando ai numeri, siamo ancora distanti da una condizione soddisfacente. Lo conferma un recente studio dell’Osservatorio del Politecnico di Milano. Attraverso un'analisi approfondita, questa ricerca ha identificato quattro profili distinti di maturità digitale, delineati in base a tre variabili fondamentali: la cultura digitale all'interno dell'organizzazione, la trasformazione digitale dei processi aziendali, e la collaborazione strategica con partner e attori esterni.
Il profilo delle PMI: tra convinzione e scetticismo
La ricerca rivela una divisione interessante tra le Pmi. Mentre una minoranza, rappresentata dal 36%, mostra un profilo “convinto” verso la digitalizzazione, e un altro 9% si classifica come “avanzato”, emergono dati preoccupanti sul resto. Più della metà delle Pmi, precisamente il 55%, oscillano tra un atteggiamento “timido” (39%) e uno “scettico” (16%). Questo divide le Pmi in due campi: uno che abbraccia attivamente il cambiamento digitale e un altro che si trattiene, spesso a causa di resistenze interne o di una mancanza di risorse e conoscenze. Come si costruisce quindi una cultura della digitalizzazione in azienda e come si prende coscienza della sua ineluttabilità? Ne abbiamo parlato con il professor Claudio Rorato, direttore di alcuni Osservatori Digital Innovation del Politecnico.
Il problema culturale della digitalizzazione
Uno degli ostacoli più significativi alla digitalizzazione nelle Pmi è la resistenza culturale. «Più della metà delle aziende - afferma Rorato - non percepisce la necessità di sviluppare una strategia digitale o di investire nella formazione digitale del personale». Questo apre la questione su come una cultura aziendale radicata possa ostacolare l'innovazione e il progresso, mettendo in luce la necessità di un cambiamento di mentalità a tutti i livelli dell'organizzazione.
Sviluppare una cultura digitale efficace
La trasformazione digitale non segue una formula universale. In particolare, le Pmi si trovano ad affrontare sfide quotidiane che spaziano dalla gestione dei pagamenti ai rapporti con fornitori, clienti, banche e la concorrenza sempre più agguerrita. Questi fattori creano un ambiente in cui la pianificazione a lungo termine e l'investimento in strategie digitali diventano secondari, evidenziando la necessità di un cambiamento culturale e strategico per affrontare efficacemente la digitalizzazione.
Un approccio sistemico alla soluzione
L’esperto suggerisce un approccio sistemico. Propone che tutti gli stakeholder – dagli enti pubblici ai fornitori di tecnologia - collaborino per sostenere le Pmi nel loro percorso verso la digitalizzazione. Questo approccio potrebbe facilitare una maggiore comprensione e adozione delle tecnologie digitali da parte degli imprenditori.
Software house e politiche pubbliche
Le software house giocano un ruolo cruciale, dovendo elaborare soluzioni meno tecniche e più in sintonia con le esigenze concrete delle imprese. «Occorre – prosegue il professor Rorato - aiutare l’imprenditore e fargli capire come gli esborsi in tecnologia non sono un costo ma un investimento, e di conseguenza che impatto hanno questi investimenti su efficienza e qualità dell’attività svolta. Occorre capire le dinamiche della supply chain, capire come funzionano i mercati di sbocco dei clienti, e così costruire un data set informativo per andare dai clienti e proporre soluzioni di miglioramento». Parallelamente, le politiche pubbliche dovrebbero essere modellate per essere meno generiche e più adattate alle specifiche filiere industriali, garantendo così un impatto più mirato ed efficace.
Connettività e formazione
La connettività, poi, rappresenta un'altra sfida significativa, con zone industriali che non riescono a sviluppare tecnologie avanzate a causa di connessioni inadeguate. Inoltre, emerge con forza il tema della formazione come elemento cruciale per un efficace processo di digitalizzazione.
Una responsabilità collettiva
In conclusione, la questione economica, sebbene importante, è a ben guardare secondaria rispetto alla necessità di idee innovative e alla loro applicazione pratica. «È essenziale - chiude il professore - che ogni stakeholder riconosca che la digitalizzazione non è un problema isolato del singolo imprenditore, ma una responsabilità collettiva che richiede un cambiamento profondo e sistemico».